L'immobilismo e il tempo "comprato" - EL NANOS

14.01.2014 20:06

Estate del 2011. Scoppia definitivamente la crisi dei debiti sovrani. Da quel momento in poi, nulla sarebbe più stato come prima. L’investimento rifugio per eccellenza, il Titolo di Stato, sarebbe diventato ideologicamente alla pari di un qualsiasi bond aziendale. Prima, si pensava che un Paese non potesse fallire. Le aziende falliscono, ma gli Stati no. Si sbagliava. Ecco, questa è la cosa più dolorosa che questa lunga e interminabile crisi lascerà alla gente comune. Non ci sono più punti fermi. Non c’è più sicurezza.

Tutto può accadere e per ridurre al minimo i rischi, in un’economia globalizzata, dove una colica renale della Merkel può far perdere milioni di euro a un padre di famiglia giapponese, gli Stati devono attrezzarsi. Devono capire che il mondo è cambiato. Le regole sono diverse. Devono fare le riforme. Si, Governo italiano, pronunciate tutti spesso questa parola, quindi sapete sicuramente di che si tratta.

Insomma, spread alle stelle, economia in ginocchio, produzione industriale in caduta libera, Borse sui minimi storici con cali vertiginosi e sistema bancario allo stremo. Il giullare Berlusconi viene messo da parte (con annesso lancio di monetine alla Craxi). Europa prossima alla fine. A questo punto interviene Mario Draghi con annunci di bazooka, missili e pistole laser. Cosa fa in realtà Draghi? Non può risolvere la situazione, non è nei suoi poteri, ma può comprare tempo. Tempo per cosa, per chi? Tempo per i Governi, affinché facciano quelle riforme necessarie a far entrare i Paesi nel “nuovo mondo”. Riforma del lavoro, incremento di competitività del mercato, riforme per la produttività delle aziende, riforma della giustizia.

L’Italia, con le spalle al muro, l’acqua alla gola, la pistola puntata in fronte che fa, ne approfitta? Figuratevi. Arriva Monti e ci bastona con una serie di tasse, senza scalfire minimamente le cause che fanno dell’Italia una Nazione a competitività zero. Nessuna riforma vera, se non quella delle pensioni su cui ci sono pareri contrastanti. Poi elezioni, con una legge elettorale vergognosa (ma benvoluta, anche se dicono di no, dai partiti), dove non si raggiunge nessuna maggioranza. Ovviamente, riforme zero. Poi Letta, Berlusconi, Monti e larghe intense in un casino mai visto. Tolgono l’Imu, mettono la Tasi, prendono la Tarsu e nascondono la Tares. Rimandano ogni cosa, non prendono una decisione che sia una. Riforme? Zero, zero, zero. Nessuna riforma. Tutti annunci sui giornali.  

E oggi? Draghi ha comprato tempo. Noi italiani come sempre lo abbiamo buttato nel cesso. Non è detto che lo farà ancora. Quello che abbiamo capito (se ce ne fosse bisogno) è che l’Italia è un carrozzone irriformabile, perché è la casta stessa che non vuole le riforme o non ha il coraggio di farle. L’Italia è un ammasso di interessi corporativi, affaristi, lobby di potere e corruzione, che non ha mai avuto una direzione e in uno scacchiere sempre più globale, sta perdendo anche la dignità.    

Alla prossima,

El Nanos

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