La Sinistra oggi?

24.10.2013 08:31

"Ok, ho capito che per la stragrande maggioranza di chi legge questo blog il PD non è un partito di sinistra, ma una sorta di riedizione della DC; a questo punto mi chiedo, ma allora cosa vuol dire essere un partito di sinistra in Italia nel 2013?"

 

Alias: visto che questo blog parla anche e sopratutto de "La Sinistra Che Voterei", un libro ma anche un contenitore di idee, iniziamo a pubblicare un primo contributo.

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Argomento: La Sinistra oggi?

innanzitutto la difesa del lavoro

scipione 29.10.2013
Perchè cosa vuol dire essere un partito in Italia nel 2013 e non cosa vuol dire essere un partito di sinistra e basta?
Un partito di sinistra, che ci si trovi nel 1900 o nel 2013, non può prescindere dalla difesa del lavoro e dei lavoratori.
La sinistra nasce con una scelta di campo netta : stare dalla parte di chi lavora.
Oggi (in verità nell'ultimo trentennio) la sinistra ha tradito la sua scelta di campo. A colpi di "ce lo chiede l'Europa" ha imposto enormi sacrifici alla classe lavoratrice. Dapprima favorendo l'introduzione di contratti flessibili ed in seguito consentendo che le politiche del rigore si abbattessero sui lavoratori.

La sinistra oggi

Marco Merolla 24.10.2013
Inizio io:

Tratto da "La Sinistra Che Voterei" di Marco Merolla (me)

"Chiudere il cerchio vuol dire parlare di principi e di valori!
Si perché la prima illuminazione che mi ha portato a questi appunti nasce proprio da una riscoperta della volontà di affermare che al di sopra di tutto e a guidare tutto ci sono o dovrebbero esserci dei principi, dei valori di base che vadano a dividere le persone e a influenzare in maniera più o meno netta le loro idee di paese e di futuro; la balla più pericolosa è quella per cui nell’attuale universo politico ideologico, sociale e quindi politico sarebbero tutti uguali, o meglio la cosa più pericolosa che sta giustamente avvenendo a causa dei nostri politici, è che tutti noi siamo portati a pensare così e se questa fosse o diventasse la verità io credo sarebbe la fine, perché in mondo senza più principi, idee e valori andremmo tutti alla deriva seguendo il pifferaio magico di turno.
Io credo che in contesto come quello odierno in cui il nostro paese è chiamato a intraprendere azioni rivoluzionarie che lo cambino radicalmente, sia necessario e fondamentale più che mai riaffermare in primis l’esistenza di alcuni principi divisori ancora chiari e saldi la cui presenza è ormai molto offuscata e che credetemi quelli della mia famosa generazione vedono oggi quanto un’indicazione stradale in una nebbiosa notte invernale; capisco e trovo vero e giusto che l’epoca del trionfo dell’ideologia e della separazione ideologica sia terminata, che non c’è più il figlio dei fiori sessantottino contro il fascio dal chiodo nero, e meno male, me nemmeno a questo può seguire oggi una commistione di idee, una confusione, che non porta di certo ad una rinnovata condivisione di intenti quanto invece ad un’apatia ideologica di massa; tutti noi per primi ci contrapponiamo oggigiorno poco dal punto di vista dei valori e dell’ideologia.
La colpa primaria per questa situazione sia chiaro appartiene di certo a coloro che hanno dato la chiara impressione di essere uniti nell’unico valore delle poltrone e del potere, che ha appiattito la nobiltà del concetto di partito e ha creato un’unica lobby di inutili e inattivi poltroniti, la sinistra italiana non ha esitato a metterci del suo, troppo spesso mostrando quel suo volto così simile a quello dell’avversario da non trovarne davvero più differenze (con la differenza che l’avversario era molto più furbo); tutto ciò è vero e sacrosanto ma noi rassegnandoci e inseguendo i pifferai magici peggioreremmo solo le cose e diventeremmo non altrettanto colpevoli, ma comunque complici.
Io quindi, dicevo, credo che tutto parta o riparta dal rimettere in testa alcuni principi e credo che rimettendo un attimo in squadra e in testa questi principi potrebbe esistere un partito in grado di compiere, facendo politica e non antiP, il cambiamento radicale da cui potrebbe passare il futuro dell’Italia, questo partito si chiama LA SINISTRA CHE VOTEREI e mi piacerebbe a metà fra l’appello, la preghiera, il sogno e la speranza raccontare qui come a mio modesto parere sarebbe costituito questo partito a cui in questo mio rinnovato impeto di partecipazione demando nei pensieri di questa miti notti milanesi il sogno di RIVOLUZIONARE L’ITALIA.

I PRINCIPI:
Come dicevo tutto parte dai principi, e quindi in primis nella SINISTRA CHE VOTEREI sono prevalenti e ispirano ogni azione/pensiero/idea, due principi che qualcuno potrebbe trovare banali e che invece vanno riaffermati, urlati e portati al centro della scena affinché possano fare da volante quando il motore sarà di nuovo acceso:
1, La Sinistra consiste e si distingue per un’idea di base per cui chiunque debba potere aspirare a raggiungere i propri sogni e obiettivi fruendo delle stesse opportunità di ogni altro, e che quindi all’interno della cosiddetta scala sociale, merito e volontà siano gli unici veri fattori in grado di determinare il movimento.
2, Il riformismo è quella cosa in totale contrapposizione alla conservazione allo status quo al no a tutto, ed è in quanto tale principio base e fondante della Sinistra italiana.
Ragazzi queste sono due cose fondamentali, queste sono fondamenta che da sole sono in grado guidare il pensiero e l’azione di una nazione in un senso o in un altro; capisco che ormai siamo tutti rarefatti e rassegnati perché tanto pensiamo che li siano tutti uguali e che quindi non cambierà comunque mai nulla, ma non può essere così e perché non sia così, è necessario riportare principi ideologici e valori chiari in testa a tutto, superando l’epoca dell’’appiattimento che ci ha fatto perdere il contatto con la realtà.
Mi perdonino gli autorevoli esponenti di pds, pd pdpd, se io, magari per mia negligenza, in questi anni, non mi ero mai reso conto dell’esistenza almeno latente del principio 1 e se io in questi 33 anni non ho mai attribuito alla sinistra italiana il punto 2 che pure mi pare, dovrebbe esserne il vestito e la collocazione naturale, mi perdonino se sono giunto in alcuni momenti a vedere proprio nella sinistra italiana una resistenza totale al cambiamento, un partito del no, e se il sogno riformista per quei pochi attimi che da giovane italiano ho avuto la sfortuna di assaporare mi ha sfiorato grazie ad esponenti di tutt’altra estrazione e posizione. E mi perdonino (e finalmente ho risposto alla domanda iniziale) se ho avuto bisogno di ascoltare e leggere le parole di Amato e Veltroni anche solo per ricordarmi che qualcosa proprio non andava, ripeto magari è colpa mia, del resto l’ho detto subito che io con e politica non ci sono mai centrato nulla.
A questi due principi devono poi seguirne altri e altre “caratteristiche” che dovrebbero portare questa sinistra in una sfera di modernità e di vicinanza che alcuni esponenti: Renzi, Civati lo stesso Veltroni stesso hanno per fortuna già, molto meglio di come potrei fare io, in buona parte toccato; ma io mi cimento ugualmente, non perché ambisca a potere esprimere nemmeno una briciola di quanto già fatto, ma semplicemente ripeto, perché in questi appunti mi limito solo con grande modestia a raccontare qual è LA SINISTRA CHE VOTEREI senza alcuna ambizione che a qualcuno possa fregarne qualcosa, anzi con un fine e un uso quasi personale terapeutico e quindi sincero. ......"

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